lunedì 1 febbraio 2016

Austria 2016 - “200° Anniversario Banca Nazionale Austriaca”



La Österreichische Nationalbank (OeNB) è la banca centrale della Repubblica d'Austria e, in quanto tale, parte integrante sia del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e della zona euro. In linea con la legge federale sulla Österreichische Nationalbank, la OeNB è una società per azioni. 
La Österreichische Nationalbank è nata nel 1816 da Johann Philipp Karl Joseph von Stadion durante il regno di Francesco I, il primo imperatore d'Austria. 
"Durante l'impero asburgico, la Banca Nazionale Austriaca svolge le funzioni di banca centrale, dalla sua fondazione nel 1816, fino al 1878, quando nasce la banca austro-ungarica. In Ungheria, dopo le rivolte per l'indipendenza del 1848-1849, il primo governo indipendente magiaro investe la Banca Commerciale di Pest con il ruolo di Banca Centrale. Nel 1921, tre anni dopo la dissoluzione dell'impero, le funzioni di banca centrale sono svolte dalla Royal Hungarian State Bank appena fondata. La banca nazionale ungherese nasce il 24 giugno del 1924, con il potere di stabilizzare la valuta del tempo, la Corona, svalutata dalla guerra e, inseguito, di gestire il passaggio alla nuova moneta, il Pengo. La nuova istituzione si occupa anche di tenere i conti e i debiti dello stato. La MNB, come spiegano gli esperti ai bambini attraverso le figure, attraverso le sue politiche in merito al tasso d'interesse e al credito, ha il potere di controllare il flusso di credito del paese e di influenzare le operazioni di tutta la rete di banche del territorio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'inflazione distrugge il Pengo: si arriverà alla più grande svalutazione della storia. Nell'agosto del 1946 è d'obbligo un nuovo cambio di valuta: è introdotto il Fiorino. Il passaggio sotto l'influenza sovietica porta ad una ristrutturazione completa del sistema bancario, sulla cui scena resta un unico attore, in regime di monopolio. Le banche commerciali e di risparmio sono messe in liquidazione, mentre la Banca Nazionale (diventata statale) comincia a fungere anche da banca commerciale. Bisognerà aspettare il 1987 per tornare ad un sistema su due livelli e il 1991 per il ripristino dell'autonomia della banca dallo Stato." (di Claudia Leporatti)

Quartier generale della Banca a Vienna

Nome della Moneta
“200° anniv. Banca Nazionale Austriaca”
Descrizione Moneta
Il disegno della moneta raffigura due divinità della mitologia romana rappresentate nel bassorilievo sovrastante l’ingresso della sede della Banca nazionale austriaca (Oesterreichische Nationalbank - OeNB): a sinistra vi è Mercurio (v. nota 1), messaggero degli dei e dio dei mercanti e del commercio; a destra Fortuna (v. nota 2), raffigurata con la cornucopia, dea del caso e della prosperità. Sullo sfondo è raffigurata la sede centrale dell’OeNB. In basso corre una banda ornamentale evocativa dei colori rosso-bianco-rosso della bandiera austriaca; a sinistra di Mercurio le date "1816" e "2016" ricordano rispettivamente l’anno di fondazione e il bicentenario dell’OeNB; in alto ad arco la scritta "REPUBLIK ÖSTERREICH"; in basso ad arco la scritta "200 JAHRE OESTERREICHISCHE NATIONALBANK". Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Autore: Herbert Wähner. E’ inclusa nella Divisionale FDC, nella Divisionale FDC "Baby" e nella Divisionale FS.
Data di emissione
Emessa il 18 gennaio 2016 per commemorare il 200° anniversario della Banca Nazionale Austriaca.
Contorno
Finemente zigrinato con il motivo “2” in incuso, seguito da tre stelle a cinque punte, ripetuto quattro volte alternativamente dal basso in alto e viceversa.
Metallo
Bimetallica. Parte esterna: rame-nichel; parte interna tre strati: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone.
Diametro
25,75 mm
Spessore
2,20 mm
Peso
8,5 g
Zecca
Vienna
Tiratura
16.000.000



(nota 1)

Nella mitologia romana Mercurio rappresenta non solo per la sua velocità i ladri ma è anche il dio degli scambi, del profitto del mercato e del commercio, il suo nome latino probabilmente deriva dal termine merx o mercator, che significa mercante.

A Roma, un tempio a lui dedicato, venne eretto nel Circo Massimo sul colle Aventino, nel 495 a.C.

« ...I consoli (Publio Servilio Prisco Strutto e Appio Claudio Sabino Inregillense) si contendevano l'onore di consacrare il tempio di Mercurio e il senato girò la questione al popolo: a chi dei due fosse toccato, per volontà del popolo stesso, l'onore della consacrazione, sarebbe andata anche l'amministrazione dell'annona e il compito di formare una corporazione di commercianti, nonché di celebrare i riti solenni di fronte al pontefice massimo. Il popolo assegnò la consacrazione del tempio a Marco Letorio, centurione primipilo, con un intento chiarissimo: non si trattava cioè tanto di onorare quest'uomo - troppo grande la sproporzione tra l'incarico e la sua posizione nella vita di tutti i giorni -, quanto di un'offesa alle persone dei consoli. ... » (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, lib. II, par. 27) 
(nota 2)

Fortuna era una divinità antica, forse precedente alla fondazione di Roma anche se i romani ne attribuivano l'introduzione del culto a Servio Tullio, il re che più, fra tutti, fu favorito dalla Fortuna, alla quale dedicò ben ventisei templi nella capitale, ciascuno con un'epiclesi diversa. 

Si racconta anche che ella l'avesse amato, benché egli non fosse che un mortale e avesse l'abitudine di entrare a casa sua attraverso una finestrella. Una statua del re Servio Tullio si ergeva nel tempio della Dea.
« Gli annali di Preneste raccontano che Numerio Suffustio, uomo onesto e ben nato, ricevette in frequenti sogni, all'ultimo anche minacciosi, l'ordine di spaccare una roccia in una determinata località. Atterrito da queste visioni, nonostante che i suoi concittadini lo deridessero, si accinse a fare quel lavoro. Dalla roccia infranta caddero giù delle sorti incise in legno di quercia, con segni di scrittura antica. Quel luogo è oggi circondato da un recinto, in segno di venerazione, presso il tempio di Giove bambino, il quale, effigiato ancora lattante, seduto insieme con Giunone in grembo alla dea Fortuna mentre ne ricerca la mammella, è adorato con grande devozione dalle madri. E dicono che in quel medesimo tempo, là dove ora si trova il tempio della Fortuna, fluì miele da un olivo, e gli aruspici dissero che quelle sorti avrebbero goduto grande fama, e per loro ordine col legno di quell'olivo fu fabbricata un'urna, e lì furono riposte le sorti, le quali oggidì vengono estratte, si dice, per ispirazione della dea Fortuna. » (Marco Tullio Cicerone, De Divinatione XLI 85-86).
La Fortuna era una dea dal carattere doppio, ma sempre positivo (altrimenti si parlava di Sors, la sorte):

1. Uno intraprendente, cioè che aiutava a far andare bene le imprese
2. Uno erotico (per il quale è rimasto il detto essere baciati dalla fortuna)


Il suo corrispettivo nella mitologia greca è la dea Tyche. 

(notizie tratte da Wikipedia)

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