martedì 8 dicembre 2015

Repubblica Italiana - Le 500 Lire "Caravelle"



Lire 500 Caravelle
La più bella moneta Repubblicana



Ø (mm): 29,50
Peso (g): 11,00
Metallo: argento
Contorno: scritta e data in rilievo REPUBBLICA ITALIANA
Assi: alla francese
Diritto
Tre caravelle (le tre caravelle di Colombo: la Nina, la Pinta e la Santa Maria) con prua rivolta a destra e le punte delle bandiere verso la prua. Intorno REPUBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle indicazione del valore (L. 500). In basso segno di zecca (R).

Rovescio
Busto di donna in abiti rinascimentali. Lungo il bordo gli stemmi di diciannove tra regioni e capoluoghi di Regione (si intravedono altri stemmi coperti dal busto di donna e quindi non visibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI).
La moneta da 500 lire in argento, dal peso di 11 grammi con diametro 29,50 mm, entrò in circolazione il 28 agosto 1958 (D.M. del 12 aprile 1958) con 24.240.000 pezzi e continuò ad essere battuta fino ai nostri giorni, salvo due brevi intervalli (1962-1963 e 1971-1979); dal 1985 la Zecca realizzò specifiche emissioni in fondo specchio. Ma la circolazione fu in realtà molto breve: dalla seconda metà degli anni '60, infatti, per l’aumentato costo dell'argento le 500 lire "caravelle" furono tesaurizzate, anche se allora il loro valore intrinseco era inferiore a quello nominale, scomparendo dalla circolazione, nonostante l’elevato numero di esemplari emessi, ben 97.840.000 dal 1958 al 1967.

Le 500 lire furono sostituite da un biglietto di stato di uguale valore nominale.

Al diritto la moneta riporta una figura di donna contornata dai 19 stemmi sono di altrettante città o regioni italiane: (dal basso a sinistra) Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste ed Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugina, Roma, L'Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia, Cagliari, Molise e Campobasso. In fondo, il nome dell'autore "Giampaoli". Al rovescio la moneta presenta al centro, tre caravelle. In giro, la scritta "REPVBBLICA ITALIANA". In basso, l'indicazione del valore della moneta "L. 500" e sotto, il segno di Zecca "R". Fra le onde, sulle quali navigano le tre caravelle, in piccolo, a sinistra, il nome dell'autore Veroi. Il bordo è in rilievo, "REPUBBLICA ITALIANA", il millesimo di coniazione, e due gruppi di 3 stellette a destra e sinistra della data. Delle monete repubblicane in argento è l'unica a non aver avuto contenuti e finalità celebrative.


Il progetto

La prima e più famosa moneta d’argento coniata dalla Repubblica Italiana è la moneta da 500 Lire tipo "Caravelle", il merito di questa emissione fu del Ministro del tesoro Giuseppe Medici. Furono le prime monete d’argento della Repubblica Italiana e sono una delle più belle monete coniate dalla Zecca di Roma dall'avvento della repubblica ad oggi.


Letizia Savonitto
Il progetto della moneta era stato affidato a Pietro Giampaoli [1] capo incisore della zecca; il maestro aveva modellato su una faccia del tondello un profilo di donna in stile rinascimentale ispirandosi alla propria consorte, Letizia Savonitto, circondando la figura di stemmi di città e regioni d'Italia.

Questa moneta, questo profilo dell’Italia rinascimentale, voleva dire agli Italiani, che l’Italia dopo tutte le sventure della guerra, dopo la ricostruzione, si avviava verso un nuovo Rinascimento.

Per l'altra faccia del tondello Giampaoli aveva ipotizzato un messaggio naturalistico, una rosa. Ma il fiore si adattava poco allo stile e al messaggio che la moneta doveva dare dopo il periodo buio della guerra e quello difficile della ricostruzione. A questo punto si decise di estendere l'incarico ad altri incisori fra i quali Guido Veroi che ebbe l’idea di collegarsi al primo Rinascimento italiano segnato nella storia dal viaggio di Colombo e della scoperta dell’America. Pensò così alle tre caravelle: la "Nina", "Pinta" e la "Santa Maria" che bene esprimevano questa rinascita.

La coniazione del progetto

Le 500 lire d’argento uscivano per la prima volta nella monetazione italiana, ed il merito di questa emissione fu dell’allora Ministro del Tesoro Sen. Giuseppe Medici. Grazie alla sua instancabile tenacia fu possibile compiere l’iter lungo e complesso che consentì l’uscita di questo nuovo “taglio monetario”. Nel 1957, in concomitanza all’uscita della moneta, volgeva al termine la legislatura italiana, ed il Ministro ritenne che fosse più gradito e significativo, consegnare a tutti i parlamentari, al termine del mandato, in luogo della consueta medaglietta ricordo, la nuova moneta di prova. Qualche tempo prima che si pensasse alle 500 lire d’argento, un progetto, molto caro al Ministro Medici, riguardava l’emissione di una moneta d’oro: il cosiddetto “fiorino” del valore di 10.000 lire. Ma le difficoltà interne ed internazionali fecero si che il progetto dovesse essere rinviato. Pietro Giampaoli, allora incisore capo della Zecca di Stato, modellò un bellissimo profilo muliebre in abiti rinascimentali.

Il tempo, tuttavia, stringeva: si era alla fine del 1957 ed allora il compito di sviluppare il rovescio della nuova moneta fu dato al reparto della Zecca di stato, diretto dall'ingegnere Guido Veroi. L'ingegnere Guido Veroi, ebbe pochissimo tempo per studiare il tema e pensando all'inizio di questo secondo Rinascimento italiano, ebbe l'idea di collegarsi al primo rinascimento che è segnato nella storia dal viaggio di Cristoforo Colombo. Pensò alle tre caravelle, quindi, potevano bene esprimere l’idea di questa nuova rinascita italiana. Dopo aver lavorato una intera notte, per procedere ai vari passaggi dal calco al modello, la mattina seguente, consegnò al Direttore della Zecca il modello con le caravelle. Il risultato fu un successo e fu subito approvata la produzione dei coni di prova.

Pertanto ebbe così inizio la realizzazione della moneta di "prova" del modello preparato da Pietro Giampaoli e Guido Veroi che apprese la notizia della scelta del suo modello leggendola sui giornali. Il tempo tuttavia stringeva, era alla fine del 1957, e la consegna dei pezzi di "prova" ai parlamentari uscenti era un obiettivo irrinunciabile. Finalmente alla fine del 1957 terminarono di coniare 1.004 esemplari con la dicitura PROVA impressa al dritto in basso lungo il bordo e una parte fu data in omaggio ai parlamentari. Il numero di esemplari coniati fu sicuramente superiore, infatti, da indagini svolte dalla Guardia di Finanza si appurò che gli stessi furono probabilmente più di 2.200.


La moneta di PROVA del 1957


Diametro Ø (mm): 29,50
Peso (g): 11,00
Metallo: argento
Contorno: scritta e data in rilievo REPVBBLICA ITALIANA
Assi: alla francese


DirittoTre caravelle (le tre caravelle di Colombo: la Nina, la Pinta e la Santa Maria) con prua rivolta a destra e le punte delle bandiere sono orientate verso la poppa. Intorno REPUBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle indicazione del valore (L. 500). In basso segno di zecca (R). Hanno il millesimo 1957 e, oltre all’orientamento delle bandiere delle caravelle, sono differenti le croci sulle vele e l’altezza dell’albero di mezzana; inoltre la scritta sul taglio riporta REPUBBLICA invece che REPVBBLICA.

Rovescio
Busto di donna in abiti rinascimentali. Lungo il bordo gli stemmi di diciannove tra regioni e capoluoghi di Regione (si intravedono altri stemmi coperti dal busto di donna e quindi inintellegibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI).

Nel 1951 una medaglia raffigurante il medesimo ritratto, realizzata per ricordare i primi 10 anni di matrimonio, aveva vinto il primo premio all'Esposizione numismatica internazionale di Madrid.

Nella medaglia il profilo era circondato da una dedica in latino di Giampaoli alla moglie che così recitava:

 
“LAETITIA SAVONITTO GIAMPAOLI FORTITVDO ET DECOR VESTIMENTVM EIVS CONFIDIT IN EA COR VIRI SVI EXTOLLE SVPER NOS LVMEN VVLTVS TVI DOMINE DEDISTI LAETITIAM IN COR MEVM VXOR SICVT VITIS ABUNDANS FILII SICVT NOVELLAE OLEARVUM”

(Letizia Savonitto / la forza d'animo e la bellezza sono i tuoi vestiti / confida in lei il cuore di suo marito / Alza sopra di noi la luce del tuo volto o Signore / hai dato gioia al mio cuore / La moglie è come una vite feconda, I figli come una messe di olive). 

Quest’ultima similitudine e tratta dal Salmo 127,3


(Una vera e propria . . . moneta d’amore!)


Alla fine del 1957 venne presentata la nuova moneta in argento dal valore nominale di lire 500. Al diritto la moneta riporta una figura di donna, d'ispirazione rinascimentale, contornata dai 19 stemmi sono di altrettante città o regioni italiane: (dal basso a sinistra) Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste ed Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugina, Roma, L'Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia, Cagliari. Due stemmi, gli ultimi, appaiono seminascosti dal busto e di impossibile decifrazione anche se logicamente ci verrebbe di pensare che quello spazio era dedicato proprio al Molise ed a Campobasso (ma l’assenza del Molise è dovuta al fatto che questa regione venne istituita solo nel 1963). In fondo, il nome dell'autore "Giampaoli". Al rovescio la moneta presenta al centro, tre caravelle con un giro scritto "REPVBBLICA ITALIANA". In basso, il valore della moneta "L. 500" con sotto il segno di Zecca "R" mentre sempre in basso a sinistra la scritta "PROVA". Il bordo è in rilievo, "REPUBBLICA ITALIANA", il millesimo di coniazione 1957, e due gruppi di 3 stellette piene a destra e sinistra della data. Furono coniati 1.070 esemplari in argento dal peso di 11 grammi con diametro 29,50 mm.

La scoperta dell'errore


La nuova emissione fu subito un successo! Piacque anche al pubblico e fu osservata con molto interesse. I giudizi sulla bellezza della moneta furono, pertanto unanimi. Ma la fretta spesso non aiuta gli audaci ed il 10 dicembre 1957 un capitano della Marina, Giusco di Calabria, elogiando il lavoro, segnalava che le bandiere degli alberi maestri delle tre caravelle erano disposte "controvento" cioè a sinistra e chiedeva, dato che si stava ancora alla fase di “prova”, di mettere le bandiere nella giusta direzione, ad evitare che una moneta che sarebbe andata nelle mani di tutti, divulgasse una raffigurazione inesatta.

Questo suscitò subito grande scalpore, tanto che le autorità competenti affrontarono seriamente il problema prima di iniziare la monetazione a corso legale. Consultando le antiche stampe marinare le bandiere risultarono disposte in tutte le direzioni, per cui non fu possibile a persone non specializzate di risolvere il problema. Per questo furono interpellati specialisti della navigazione a vela. I pareri degli esperti furono diversi: chi sostenne che le bandierine di qualunque imbarcazione non si dispongono mai contro la direzione del vento e chi, invece, affermò che si trattava di un modo particolare di navigare con il vento "a bolina". Intanto la polemica si scatena, il 19 dicembre il quotidiano "Il Tempo" pubblicò una lettera del Genio Navale (L. Tursini di Roma) che controbatteva la tesi precedente; diceva "Si riesce a navigare anche controvento; e la disposizione delle vele che appaiono nella moneta, in tutta la loro ampiezza, confermava non trattarsi di errore nella direzione delle bandiere, ma di esatta disposizione”.

Mentre, per vedere le bandiere spinte in avanti, si sarebbero dovute vedere le vele di profilo, sottili come spicchi di luna, non si tratta dunque di un errore ma di navigare con vento in bolina. A questo punto, poiché si è tanto parlato di "bolina" anche Guido Veroi, con laurea in ingegneria ed una tesi sviluppata proprio in costruzioni marittime, concorda sul fatto che la disposizione delle bandiere è assolutamente regolare e, quindi, non fu commesso alcun errore nella disposizione delle stesse sul rovescio della moneta. D'altra parte, Cristoforo Colombo, navigatore esperto, poteva benissimo navigare con vento di bolina.


La modifica del conio della moneta

Si meditò su tutti questi punti, ma alla fine, data che non era iniziata la coniazione vera e propria, fu deciso di capovolgere le bandiere disponendole nel senso tradizionale, di modo che, il rilevamento della formazione la facesse navigare di "gran lasco", e non di "bolina".

Il modello fu modificato ed i 1070 pezzi distribuiti si tesaurizzarono, e quei pochi che passarono da un collezionista all'altro raggiunsero i prezzi astronomici. La moneta riuscì molto gradita, ma alla sua notorietà contribuì, indubbiamente, anche la appassionante polemica sviluppata in maniera così insolitamente ampia dai giornali.

Ma quelle bandierine controvento furono veramente un errore? Il modello fu comunque modificato, capovolgendo le bandierine e disponendole nel senso tradizionale, in modo che facesse risultare la navigazione delle Caravelle "di gran lasco" e non "di bolina". Corretta la posizione delle bandierine (voltate a destra) la moneta entrò finalmente in circolazione l’anno dopo.


Tabella delle Tirature e Rarità - 500 Lire Caravelle (2)

Anno
Nominale
Tiratura
Rarità
Soggetto/Variante/Errore
1957
500 Lire
1.004
R3
Bandiere orientate a poppa
1958
500 Lire
24.240.000
C
Tre Caravelle
1959
500 Lire
19.360.000
C
Tre Caravelle
1960
500 Lire
24.080.000
C
Tre Caravelle
1961
500 Lire
6.560.000
C
Tre Caravelle
1964
500 Lire
4.880.000
C
Tre Caravelle
1965
500 Lire
3.120.000
C
Tre Caravelle
1966
500 Lire
13.120.000
C
Tre Caravelle
1967
500 Lire
2.480.000
C
Tre Caravelle
1969
500 Lire
310.000
C
Tre Caravelle (da confezione)
1970
500 Lire
1.911.000
C
Tre Caravelle (da confezione)
1981
500 Lire
162.794
NC
Tre Caravelle (da confezione)
1986
500 Lire
73.200
NC
Tre Caravelle (da confezione)
2000
500 Lire
61.400
NC
Tre Caravelle (da confezione)
2001
500 Lire
100.000
NC
Tre Caravelle (da confezione)


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1) Pietro Giampaoli (Urbignacco di Buja, 13 febbraio 1898 – Roma, 27 febbraio 1998) è stato un incisore e medaglista italiano. Soldato nella Grande Guerra, fu fatto prigioniero e deportato in Ungheria. Qui, da un altro prigioniero russo, apprese i primi rudimenti dell’arte incisoria. Rientrando in Italia, nel 1920 intraprese studi d’arte all’Accademia di Brera. Stabilitosi quindi a Roma iniziò l'arte dello scultore e dell’incisore, con talento e capacità, tanto da essere nominato nel 1936 incisore capo presso la Zecca di Stato. Sono suoi i coni di gran parte delle monete italiane, da solo o con Giuseppe Romagnoli: dalla serie completa del 1946 (1, 2, 5, 10, 50 e 100), alla moneta da 20 lire emessa dal 1956. La sua moneta più apprezzata è stata la moneta d'argento da 500 lire (Caravelle) in stile rinascimentale.

2) Monete di proprietà del "Museo della Filatelia, Numismatica e della Cartolina Giuseppe Gatto"

3) Goffredo Verginelli è nato a Roma il 18 Settembre 1911. Ha frequentato la Scuola Industriale di Roma e poi l’Accademia di Belle Arti. Dal 1930 inizia la sua partecipazione a mostre collettive e nazionali con medaglie, xilografie, disegni, sculture, ottenendo significativi riconoscimenti. Dopo la seconda guerra mondiale riprende l’attività artistica nel campo della grande e piccola scultura e, nello stesso tempo, insegna all’Accademia di Belle Arti. Nell’ultimo decennio della sua vita, prepara anche modelli per monete dello Stato Italiano e porta a compimento opere di grande mole, come monumenti pubblici, portali e arredamenti di chiese in Italia e all’estero. Suoi lavori sono presso collezionisti e in raccolte pubbliche e private.

4) Figlia d'arte, il padre Francesco, era pittore e incisore, ebbe la sua prima formazione artistica in casa. Completa la sua formazione frequentando prima il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti di Roma. In seguito frequenta la Scuola dell’Arte della Medaglia della Zecca di Stato dove ebbe come maestri Guttuso, Fazzini, Giampaoli e Balardi. Nel 1961 è assunta come incisore alla Zecca di Roma e nel 1970 disegna il rovescio della moneta d'argento da mille lire coniate per il centesimo anniversario di Roma Capitale. È la prima donna in Italia a firmare una moneta. Sue le 100 lire coniate dal 1993 e la faccia nazionale della moneta da un euro con l'uomo vitruviano di Leonardo. Sue anche gran parte delle monete italiane da 500 lire bimetalliche.

5) Sergio Grossi, incisore medaglista nasce a Roma il 9 Febbraio 1935. Entra in Zecca giovanissimo, nel 1952, all'età di 17 anni, come apprendista al laboratorio di incisione. Dimostra fin dall'inizio uno spiccato interesse e predisposizione per l'arte dell'incidere e seguita con passione e dedizione ad arricchire la sua conoscenza di tecniche specifiche nel campo dell'incisione e della medaglistica in particolare, con risultati sempre più apprezzabili ed apprezzati. Frequenta la "Scuola dell'Arte della Medaglia - G. Romagnoli -” Acquisisce una tale esperienza nell'arco di tanti anni dedicati all'incisione, riconosciuta da superiori e collaboratori, nonché dagli allievi che si susseguono nella "Scuola dell'Arte della Medaglia", dove Sergio Grossi insegna la difficile e particolare arte dell'incisione. Mai contagiato dalla fregola della firma a tutti i costi, forse perché cresciuto all'ombra di incisori mitici come Pietro Giampaoli, il nome di Sergio Grossi non era mai apparso su una moneta Italiana prima del 1986, nonostante molti gessi e stampi siano stati trasformati in tondello monetato dal suo bulino. Prestigiosa la moneta della Repubblica Italiana da £ 500, emessa nell'anno 1986, commemorativa per "L'Anno Internazionale della Pace". Attivo anche come medaglista, vive e lavora a Roma.

6) Uliana Pernazza è nata a Roma nel 1959. E' stata allieva della "Scuola dell'Arte della Medaglia - Giuseppe Romagnoli -", e dal 1984 è incisore della Zecca di Stato. Ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali vincendo segnalazioni e premi. Pernazza è una gran lavoratrice. Oltre alle non poche monete ha fatto moltissime medaglie. Quelle che ricordiamo con più simpatia sono: "I 600 anni dell'Università di Ferrara", "La Festa dell'Unità di Milano", "La Nunziatella", "A Mario Cerioli", battuta a ricordo dei 25 anni del traforo del Monte Bianco. Un successo apprezzabilissimo l'ha riscosso per la modellazione di molte monete della Repubblica Italiana. Le più importanti e significative: "Anno degli Etruschi”; "Campionato Mondiale di Calcio - Messico 1986”; "Anno Internazionale della Pace"; "Presidenza Italiana della Comunità Europea" - anno 1990; “V Centenario della scoperta dell'America” - anno 1989; "XXV^ Olimpiade di Barcellona"; "Anno Marciano in Venezia"; "40° Anniversario della Conferenza di Messina". Nel 1997 ha firmato le monete auree da lire 50.000 e lire 100.000 per il "1600° Anniversario della Morte di S. Ambrogio" e per la "Dedicazione della Basilica Superiore di San Nicola di Bari".


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